di Davide Rocco Capalbo

Strano che alcuni degli albi illustrati thailandesi più belli li abbia scritti e disegnati una giamaicana. Oggi forse il suo nome non dice molto, ma negli anni ’50 e ’60 Jacqueline Ayer era un’apprezzata illustratrice di Vogue e una stilista di riferimento nel mondo della moda.

Nata e cresciuta in The Coops, un complesso di palazzoni operai nel Bronx, gestiti da una cooperativa e popolati da anarchici e comunisti, Jacqueline Ayer era figlia di due giamaicani arrivati a New York per studiare e mai più tornati a casa. Edward Brandford, suo padre, era un grafico, ma è noto soprattutto per aver fondato la Brandford Modeling Agency, la prima agenzia per modelle nere negli Stati Uniti; Thelma, sua madre, era una sarta.

Tra la cooperativa e le amicizie del padre, che frequentava artisti e scrittori, il destino di Jacqueline Ayer sembrava già scritto. Ha studiato arte a New York e a Parigi. In Francia ha conosciuto anche il suo futuro marito, Frederic Ayer, con cui è partita per un viaggio verso oriente che li ha portati, a metà degli anni ’50, a stabilirsi a Bangkok con una figlia, Margot. La sua seconda figlia, nata dopo un paio di anni, si chiama Elizabeth, ed è a lei che dobbiamo la recente riscoperta dei libri di sua madre.

A Bangkok Jacqueline Ayer fondò la Design-Thai, un’azienda che produceva tessuti in seta disegnati da lei, che finivano nelle boutique americane ed europee, e nel tempo libero disegnava, ispirata dai paesaggi thailandesi. Nacquero così quattro albi illustrati, realizzati tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60: Nu Dang and His Kite (1959), A Wish for Little Sister (1960), The Paper Flower Tree (1962) e Little Silk (1970).

Forse il merito principale dei libri di Jacqueline Ayer è stato quello di aver portato negli Stati Uniti degli anni ’60 un ritratto autentico della cultura asiatica, libero da stereotipi culturali e politici, allora rarissimo. Le illustrazioni non soffrono il passare del tempo e le storie hanno il giusto equilibrio tra profondità e semplicità, eppure i libri di Jacqueline Ayer per qualche motivo sono stati dimenticati per decenni. Forse è stato solo il caso, così come è stato il caso a farli tornare in libreria.

Dopo la morte di Jacqueline Ayer nel 2012, la figlia Bet ha cercato sua madre su Google e ha trovato un blog in cui c’erano fotografie di Nu Dang and His Kite. La blogger era una studentessa di illustrazione, che Bet ha contattato subito, e tramite lei ha conosciuto la sua insegnante, Hannah Webb, grande ammiratrice di Jacqueline Ayer.

Dal loro incontro è nata la prima mostra personale di Ayer a Londra e, nel frattempo, due dei quattro libri sono stati ristampati da Enchanted Lion Books, piccola casa editrice newyorkese. I due libri ristampati sono Nu Dang and His Kite e The Paper Flower Tree.

Nu Dang and His Kite, come dice il titolo, è la storia di Nu Dang e del suo aquilone. Un giorno l’aquilone di Nu Dang vola via. Nu Dang lo cerca ovunque, chissà dove sarà. Come in tante storie, in Nu Dang and His Kite più che la meta conta il viaggio.

The Paper Flower Tree, invece, è la storia di Miss Moon che, raggirata da un imbonitore, cerca di far crescere un fantomatico albero dai fiori di carta. Senza svelare niente, alla fine ci riuscirà.

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